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Fatbike sulla neve in alta Val Formazza

FATBIKE SULLA NEVE IN ALTA VAL FORMAZZA

Fatbike sulla neve
Verso la diga del Morasco

E’ stato il giorno in cui mi sono divertito di più su una due ruote a pedali e allo stesso tempo la mia prima esperienza con un’e-bike. Forse è stata una coincidenza astrale ma di fatto quel 15 gennaio del 2020 fu così. Andare in fatbike sulla neve mi ha fatto tornare al bambino che ha vissuto la grande nevicata del 1985

Non mi ero mai divertito così tanto in vita mia.  Con questa frase voglio subito sgombrare il campo dai puristi che si trovano  nei gruppi  Facebook. Fatbike sulla neve vuol dire divertimento perché ti metti sotto i copertoni tutte le disavventure di sassi, radici, neve, fango ; elettrico vuol dire ancora di più.  Che poi non vuol dire non fare fatica. La fatica se vuoi farla la fai lo stesso pure in elettrico. La regola è sempre quella: basta spingere sui pedali, solo che vai di più. Il vantaggio effettivo dell’elettrico in questo tipo di uscite è che ti permette di non andare in acido con la muscolatura nei tratti più impegnativi. (E quindi arrivi su in baita ancora più contento ci aggiungo io.) Il percorso di oggi comunque  non è assolutamente un percorso impegnativo se si eccettua la salitella che porta al Lago Kastel.

Fatbike sulla neve

Arrivare a Riale ed è subito magia: la Cascata del Toce

Ero bambino quando arrivai quassù la prima volta e ci tornarci dopo tantissimi anni è stato un tuffo al cuore. Viaggiai di notte per arrivare all’alba per godermi tutto il sole che una corta giornata di gennaio può offrire. Viaggiando non pensavo però a cosa avrei fatto durante il giorno ma a tutt’altro. Cè una vecchio albergo del XIX secolo in cima alla salita che porta alla piana e la mia mente andò a quella gita di 40 anni fa. Io con mia madre che giochiamo a flipper. Entrai nel bar andando verso il  bancone per un caffè, ma i miei occhi cercavano quel flipper.  Mia madre ha quasi 80 anni ora e i ruoli si sono invertiti. Il tempo non si può fermare

 Il biglietto da visita della Val Formazza  è indubbiamente questa stupenda cascata che incontrate quando arrivate sull’altopiano di Riale a 1675 m. Alta 143 mt potrebbe essere  è la più spettacolare delle Alpi. E forse è giusto così. Nasce infatti dal fiume Toce che si snoda dalla diga del Lago di Morasco un paesaggio tanto bello ma con un tocco di malinconia. Per costruire questa diga infatti negli anni 30 gli abitanti del paesino furono costretti ad abbandonare le loro case e il villaggio (abitato per lo più nel periodo estivo ) fu sommerso. 

Fatbike sulla neve

Il borgo di Riale

2 km dopo le Cascate del Toce si arriva  a Riale e li in quella mattina gelida mi aspettava la mia Fatbike al Centro Fondo dove si noleggiano ora, ma 2 anni fui forse il primo.  10 gradi sotto zero e via in sella. Sorrisi subito tra i denti pensando: c…non è poi così male. Riale, grazioso  con le sue casette di legno, il ruscello che scorre adiacente ed allegro e  la pista di fondo sembrava proprio perfetta quella mattina(ho scoperto poi che le fatbike non potevano  girare sulla pista). Riale vuol dire tradizioni Walser. È l’ultimo paese prima di entrare nella Svizzera Vallese e da qui queste popolozioni migrarono secoli fa attraverso la mulattiera del Passo del Gries (l’antica via del sale o Sbrinz Route che collegava alla Lombardia) portando i loro costumi. Piccole casette con i tetto i beola, cucina locale (come la rinomatissim alocanda Walser Schtuba) e qualcuno che parla ancora il “Tistch” un dialetto tedesco. 

 La mia prima tappa dopo aver gironzolato un po sulla pista e tra le casette di legno fu la Diga del Morasco. Tutta ghiacciata, un biliardo bianco sotto il quale dormiva quel paesino. Ogni volta che mi è capitato di guardare le sue acque ho cercato di guardare oltre e vedere persone dirigersi verso valle voltandosi per guardare l’ultima volta il luogo dove avevano trascorso la loro vita. Non è facile sentirsi dire che te ne devi andare a da casa tua perché il posto dove sei nato e cresciuto verrà cancellato. Qui non c’è nessun campanile che spunta dalle acque come nel Lago di Resia in Trentino Alto Adige dove pare rieccheggi il suono delle campane nelle notti invernali . Ma una chiesetta la potete trovare lo stesso adagiata in cima ad un promontorio, tutta sola.

Fatbike sulla neve
Fatbike sulla neve
Riale e la chiesetta ai piedi della diga

Al Rifugio Maria Luisa e poi in discesa

La salita verso il Rifugio Maria Luisa è uno spasso per me (guardate il video) . Se Mi avessero portato a Disneyland avrei riso meno. L’affrontai con prudenza non sapendomi cosa aspettarmi dalla  durata della batteria ( la potete affrontare tranquillamente con il livello 1). Ma era più il tempo che perdevo per ammirare il paesaggio sui tornanti che altro. La salita è battuta dal gatto ma data la massiccia presenza di neve in alcuni tratti si restringe abbastanza fino ad 1 mt circa. Con quelle temperature poi  i 6 km che portavano al rifugio erano un biliardo.

Il Rifugio Maria Luisa si trova a 2060 mt ai piedi della Diga del Toggia da dove partono degli itinerari magnifici in mtb durante l’estate come il Giro del Gries (ci vuole manico però) o trekking  verso il lago dei Sabbioni. E poi giù ragazzi in discesa: non una nuvola in cielo , il sole alto, l’aria gelida tagliente sul viso e gli schizzi finissimi  di neve trasportati dal vento.  Laggiù 500 mt sotto di noi la valle . Semplice la discesa però ragazzi mi sono divertito come un matto in questi 6 km fino al fondovalle. Tornare bambini è quello che vorremmo noi adulti. Alle 3 del pomeriggio però in fondovalle è già tutto nell’ombra ecco perchè.

Fatbike sulla neve
6 km di discesa spettacolare

Quando andare?

Indubbiamente fine  Febbraio o i primi di Marzo  Io ci sono andato a gennaio di 2 anni fa mentre l’anno scorso non ci sono potuto tornare a causa della pandemia ma quest’anno cascasse il mondo ci sarò. E ci andrò verso fine mese per il semplice motivo che avrò a disposizione  2/3 ore in più di luce.  A Gennaio la piana di Riale rimane all’ombra fino alle 10 del mattino e vi assicuro che si sbarbella in un fondovalle all’ombra di mattina. Tra l’altro le batterie con il freddo durano meno.

Le Valli dell’Ossola

Indubbiamente ho un debole per le valli d’Ossola per i suoi paesaggi incantevoli non solo per la loro aspetto e la presenza di alpeggi tra i più belli dell’intero arco alpino come per esempio l’Alpe Devero e l’Alpe Veglia  ma anche per il fatto che molte salite finiscono in cima e quindi non c’è nessun passaggio di transito veicolare . Per gli amanti della bdc poi queste vallate posso essere raggiunte in estate partendo dal Lago di Mergozzo e percorrendo la ciclovia del Toce(trovate il file gpx sul mio canale Telegram) toccando borghi incantevoli come Vogogna e salendo poi tra tornanti, torrenti, gallerie di roccia naturali e fragorose cascate come quella dell’inferno che porta al Devero. E per uno che viene da Milano come me ci aggiungo che mi permettono di evitare la maledetta  e costosissima autostrada della Valle d’Aosta. Se andare a Courmayeur da Milano ti costa come andare a Mosca forse c’è qualcosa da rivedere in Italia. Un buon punto di partenza per esplorare queste valli è il Rifugio Monte Zeus a Premia (dove trovate anche le terme).Situato a 800 mt di altitudine è a pochi km da tutti questi posti che vi ho elencato e che trovate sul mio canale Youtube nella sezione Gite in Piemonte. Forza andate a vederle e poi ditemi se  racconto bugie o no…

Weekend a Ferrara la città più ciclabile d’Italia

Percorsi cicloturistici a Ferrara e sul Po

Ci sono certi posti che  ti danno una sensazione di vita lenta e immutabile nel tempo. In Italia un luogo del genere è senza  ombra di dubbio il fiume Po nel suo lento incedere verso il mare attraversando la Pianura Padana.  Un po di tempo fa ebbi l’idea prendere la mia bici e percorrere le ciclabili sul fiume. Decisi  quindi di passare un lungo weekend a Ferrara, un simbolo di un’Italia medioevale dove ogni corte faceva a gara per mostrare la propria magnificenza.

weekend a Ferrara
Castello estense

Weekend a Ferrara la città più ciclabile d’Italia

Questa scelta fu  dettata anche da un motivo non da poco per chi ama viaggiare in bici: è la città più ciclabile d’Italia con una percentuale di biciclette paragonabile a Copenaghen.  Una visita tra le mura della città è d’obbligo se volete immergervi tra bici, botteghe ed assaggiare un piatto di cappellacci di zucca ; a piedi o in bici tra la Via delle Volte e palazzi medioevali come il Palazzo dei Diamanti e la sua  singolare architettura (8000 pietre) o Palazzo Schifanoia.  Il Castello è il centro della città: circondato da un fossato d’acqua , adiacente al Municipio e al Duomo è il cuore pulsante della vita di una città che nel medioevo rivaleggiava con Firenze e Venezia. 

Dal Castello Estense si parte su due ruote scegliendo diverse destinazioni verso città vicine  oppure verso il Po e il suo delta   (www.bicideltapo.it)

weekend a Ferrara del Po
Riva destra del Po

Insieme sul  grande fiume verso il mare

Ho deciso quindi di raggiungere il fiume percorrendo la ciclabile  del Burana (FE101). Si  parte  da Ferrara   pedalando su un percorso molto bello  di 30 km per molti tratti alberato per raggiungere Bondeno e la fortezza di Stellata dopo aver attraversato la diga situata dopo l’oasi di Malcantone. .  La ciclabile  poi si collega con la ciclabile Destra del Po  (FE20)  . Da qui si accompagna veramente il fiume verso il mare (119 km fino a Gorino). Nei 50 km che ho percorso fino al Mulino di Ro Ferrarese (119 km fino al mare) hai veramente la sensazione di una vita che scorre lenta e silenziosa come se volesse accompagnare il fiume verso la sua metà finale ; il delta del Po dichiarato patrimonio Unesco per  la sua biodiversità.

Lo scorrere della vita

 Più ti avvicini al fiume che tieni alla tua sinistra in direzione di Gorino più sei avvolto   in un silenzio interrotto solo da fruscio dei pioppi. Sulla tua destra invece trovi  piccoli villaggi come Francolino ,Fossa d’Albero  situati al di sotto dell’argine . Durante questo tragitto è possibile fare delle deviazioni  verso agriturismi , oasi e le Delizie Ferraresi . Le Delizie non sono altro che antiche dimore della famiglia D’Este che ha governato Ferrara per  secoli. Io ovviamente ne ho approfittato girando un po tra le vie molto silenziose di questi villaggi avvolti nella nebbia in inverno e bruciati dal sole estate (la zona è una delle più calde e umide d’Italia, quindi la primavera è la stagione ideale ). Propio qui ho avuto una sensazione di vita lenta con quelle insegne un po datate; quasi stessimo tornando indietro nel tempo  in un’Italia descritta in certi film degli anni  60. Ma forse è questo che cerca il cicloturista  e sicuramente è ciò che io apprezzo venendo da una città come Milano.

Percorsi alternativi

Qui siamo veramente tra le zone più ciclabili d’Italia e si possono scegliere varie opportunità come proseguire verso il delta e le Valli di Comacchio visitando il paesino di Comacchio.  Da qui  ci si può  collegare con l‘Adria Bike che percorre la costa da Ravenna a Venezia (addirittura fino alla Slovenia). Ma se volete fare come me optare per altre ciclabili  della zona. Insomma tutte le ciclabili sono interconnesse tra loro, forse  qualche cartello in più non guasterebbe ma è difficile sbagliare comunque.

Dal Mulino di Ro ho preso poi la via del ritorno verso la città.  Ferrara è circondata da mura medioevali ed è possibile percorrerle interamente  (15 km ) sulla ciclabile adiacente.

Weekend a Ferrara
Mappa Medioevale

INFORMAZIONI UTILI PER UN WEEKEND A FERRARA

Per il vostro weekend a Ferrara Sul sito www.bicideltapo.it e   potrete trovare informazioni anche per il noleggio di bici, assistenza e guide locali .

La città fa parte della mia Guida dell’Emilia Romagna

Per gli amanti della bici potrete soggiornare a prezzi contenuti presso www.bedandbikeferrara.com un simpatico albergo a pochi passi dal castello  decorato interamente con murales   e persino lenzuola in tema bike.

Itinerari a Zanzibar

Itinerari e suoni di Zanzibar

Le piccole isole! Le piccole isole sono come un scrigno, bisogna aprirlo e guardarci dentro per scoprire i preziosi custoditi all’interno per poi afferrarli perché è tutto li a breve distanza.  E’ un  venerdì sera di un fine novembre 2019 piovoso in Italia e così mi decido prenotando un volo e tre giorni di albergo a Jambiani; partenza domenica.  Zaino, Lonelyplanet e il mio cappello che mi accompagna dagli anni 90 sarà con me in questo itinerario a Zanzibar.

E cosi mi ritrovo catapultato sull’isola domenica notte,  dove eseguo le solite pratiche del visto e l’autista dell’albergo fuori dall’aeroporto che mi aspetta. Beh guidare di notte qui devi avere 4 occhi, sarà anche la stanchezza del viaggio ma in quell’ora ero davvero felice di non dover guidare.

Vi dico subito una cosa: ho avuto un gran colpo di fortuna nel prenotare l’albergo 24 h prima e non parlo di lusso, servizi ect . Questo piccolo albergo di 6/7 stanze sul mare è davvero una chicca.  Interni in legno, di quel legno che sa di legno e che quando cammini senti lo scricchiolio  con un delizioso soggiorno con balcone vista alba. Biglietto in prima fila e mi godo un’alba fantastica. Insomma chi ben comincia è a metà dell’opera e questo mio itinerario di Zanzibar  prometteva bene

Parti da Jambiani per il tuo viaggio a Zanzibar
Ore 6. L'alba dal balcone del mio piccolo hotel a Jambiani

Itinerari di Zanzibar: Il primo giorno

La prima giornata è un completo relax (se guardate la foto quello era il mio posto “riservato” a 50 mt dal mare).  Psicologicamente è stata la migliore colazione della mia vita. Guardare i colori dell’oceano anche senz’acqua, un cielo azzurro, frutta fresca a volontà. A dicembre poi è il periodo buono per ananas e mango  A Jambiani il tempo passa lento: qualche passeggiata sulla spiaggia, le maree che dipingono ogni giorno un paesaggio diverso.

Arriva la sera ed il lunedì è un must oltre che l’unica opzione: il Red Monkey Lodge organizza una serata musicale con artisti locali e se avrete occasione di guardare il mio video su Youtube capirete che è anche di  buona qualità. Qui praticamente la vita notturna non esiste si gira con le torce per il villaggio. 

A Zanzibar la serata più bella a Jambiani
Il palco al Red Monkey Lodge. Grandissima musica . (guardate il video su Youtube)

Il momento più intenso di tutto il viaggio

Il secondo giorno con un gruppo di ragazzi rumeni che soggiornavamo in albergo facciamo una  veloce escursione al Kuza Cave. Una piccola grotta a pochi km dal villaggio con un’acqua talmente trasparente da sembrare vuota prima di avvicinarsi. Alla fine questo è il senso di  viaggiare da soli. Incontri persone , passi del tempo con loro , sai che probabilmente non li incontrerai mai più ma per quel giorno sono i tuoi migliori amici .

Sono stato talmente bene a Jambiani che il terzo giorno ho deciso di rimanere . Purtroppo l’albergo non aveva camere per il giorno dopo e quindi ho bussato ai vicini ,dove una signora aveva 8 stanze . Facile no?

Non ricordo esattamente il nome ma il suo cuoco mi ha fatto una cena  con i fiocchi. Io e il buio dell’oceano di fronte , un gatto sotto il tavolo.(sono furbi qui).

Zanzibar Cena di fronte all'oceano nel silenzio a Jambiani
Cena di fronte all'oceano nel silenzio a Jambiani

Pescato del giorno impannato al cocco con delle patate. De-li-zio-so!!!Comunque non sono stato tutto il tempo ad oziare anche se non sono il tipo da escursioni ogni giorno, mi piace esplorare ma la vacanza non è una corsa!!!

Una puntata in bici a Paje dove si fa kite surf di martedì con una simpatica mandria di mucche fa su e giù per la spiaggia . Paje è un po un posto da Point Break: easy , sportivo, birra sulla spiaggia e via. Di  mercoledì invece con i miei amici rumeni dopo un caffè all’iconico Rocks Restaurant (un ristorante su uno scoglio a pochi metri dalla riva) siamo ci siamo dedicati a girare nel villaggio e a qualche negozietto sulla via del ritorno sotto una pioggia torrenziale. Qui ho incontrato Mr Respect il fruttivendolo del paese che  con 2 dollari mi ha praticamente riempito  di frutta a pranzo nella sua bottega.

                  Il momento più bello

Vi devo raccontare però del momento più intenso di tutta la vacanza: la serata di martedì presso un piccolo locale chiamato Tropicana gestito penso da polacchi ho assistito ad una scena meravigliosa. Durante l’esibizione di Bond un musicista di Breslavia e della sua band è mancata la corrente. No problem i ragazzi hanno continuato a suonare e la gente ha accompagnato con il battito delle mani l’esibizione nel buio più completo. E’ stato davvero un momento toccante per me.Un viaggio è qualcosa che va ascoltato . Per questo parlo di suoni di Zanzibar così come ve ne avevo parlato nell’articolo sul Montenegro.

Di Jambiani mi rimarranno in mente le partite a calcio in spiaggia davanti all’albergo , il vociare dei bambini (tanti e a dicembre le scuole sono chiuse) e la serenità delle persone. Jambo Jambo:)

Venerdì è ora di partire per Nungwi: prenoto un albergo su booking e dopo un viaggio con un’autista simpaticissimo e con un gran ritmo musicale muovendosi sul ritmo di Harmonize (un famoso artista locale) arrivo all’Atiis Garden Bungalows. E qui la seconda botta di fortuna. Nel giardino c’è un ristorante:  Les Macis . Ci suono buone possibilità che il cuoco sia il migliore della zona. Su 4 sere ho mangiato 3 volte li , anche per comodità ovviamente, ma cheesecake ai frutti tropicali, tartare di pesce , spiedini di ananas.  Mamma mia ragazzi segnatevi questo nome. Ogni tanto manca la corrente questo è l’unico problema perché se attaccano il generatore si decolla e non sia mai che capiti all’ora di cena!

                                Nungwi

Lo spettacolo di Nungwi è il tramonto. C’è vita la sera, si incontra un sacco di gente, botteghe aperte, infinite partite a pallone al tramonto, musica insomma il contrario di Jambiani; dolce e salato. Dipende dai vostri gusti. La mattina dopo si va Kendwa una spiaggia bellissima a 3 km da Nungwi. Si può andare a piedi seguendo la spiaggia ma bisogna guardare le maree prima; fatto sta che quella mattina la marea è alta e me ne vado a piedi percorrendo un sentiero dove incontro un tipo che giaceva (qui lo stress non esiste nemmeno sul vocabolario)  con la sua moto sotto un albero e mi faccio caricare. 3 km ballando sulle buche (ho notato però che nonostante le moto vecchie gli ammortizzatori sono sempre nuovi ) , la polizia che ci ferma , ma alla fine Jambo Jambo arriviamo dietro il Kendwa Rocks . Un succo di canna al volo e scendo in spiaggia. Se volete fare la vacanza da spiaggia e resort a Kendwa  avete solo  l’imbarazzo della scelta stando  sulla spiaggia sotto ombrelloni di paglia o sotto il sole (che picchia come un fabbro) e aperitivi al tramonto . Insomma siamo nel classico posto da vacanza

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Itinerari a Zanzibar.Il tramonto a Nungwi la prima sera
Il tramonto a Nungwi la prima sera

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                          Prison Island

Il tempo passa però, arriva la domenica e bisogna santificarla. Si va a Prison Island e Nakupenda. Queste due mete sono molto più accessibili da Stone Town ma per 50 dollari ,che poi sono diventati 50 euro si va.  La piccolissima  isola di Prison Island ospita questa colonia di tartarughe giganti importate dalle Seychelles nel 19esimo secolo. La più vecchia occhio e croce dovrebbe aver conosciuto Napoleone. Ha 194 anni, il guscio crepato dopo che un ramo gli è caduto addosso durante una tempesta , ma non chiedetemi in quale decennio. Insomma stanno li pacifiche a ruminare lattuga con la loro lentezza. Ah sono un po come i gatti: adorano le carezze sotto il collo e sulla testa.

Fatbike sulla neve

                   

                             Nakupenda

Se Prison Island è piccolissima Nakupenda è minuscola. Praticamente una pennellata di sabbia che Madre Natura ha dipinto con il suo magico tocco. Si attracca e poi si passa qualche ora fino alle  3 del pomeriggio su questa lingua sotto una tenda dove le guide ci preparano un pranzo a base di pesce da leccarsi baffi e vi assicuro che non lesinano sulla quantità. Dal punto di vista economico soldi veramente ben spesi, dal punto di vista emozionale veramente appagante se si pensa che siamo a dicembre poi. Fare questi viaggi quando in Europa è inverno è ancora meglio. Forse è anche superfluo che vi descriva la bellezza di Nakupenda; provate a scriverlo su Google e vi renderete conto! Da film.

La vacanza ormai volge quasi al termine e l’ultimo giorno a Nungwi il cielo è un po terso con l’alta marea che fa dei giochi di luce abbaglianti sul mare. Giro tra le case del villaggio regalando penne e quaderni ai bambini (non regalate caramelle e cibo, litigano tra di loro ) , il “solito” pranzo a base di frutta dal fruttivendolo locale  e qualche parola qua e la .  Come a Jambiani c’è una TV in mezzo al villaggio e la gente si riunisce come una grande famiglia a guardarla .

                 Stone Town e Freddy Mercury

E cosi l‘ultimo giorno arrivo a Stone Town tra i suoi vicoli, le case bianche, gli alberghi, bancarelle , qualche bar dove gustarsi un drink guardando il mare  dove ho proprio la sensazione di ultimo giorno. Ricordatevi che  questo benedetto ultimo giorno  non è mai triste anzi; si chiudono tutti i ricordi in una scatola che nessuno vi potrà mai rubare. Il  cuore. Prima di lasciare l’isola non potevo però non far visita al museo di Freddie Mercury che ha appena aperto. La sua piccola casa natale dove le canzoni dei Queen fanno da sottofondo  osservando lettere, cimeli, foto di un grande artista. Ora è tempo di andare! Ma a Zanzibar …The show must go on!!!    

Informazioni Utili

Prenota un volo con : Skyscanner.com . Controlla il prezzo e poi prenota . Ricorda che è meglio prenotare direttamente sul sito della compagnia aerea con cui volerai che tramite siti terzi (se hai un problema puoi rivolgerti direttamente a loro in aeroporto) Io ho volato con Turkish  a fine novembre . Normalmente i voli con scalo costano meno. 

Visto: fallo in aeroporto con 50 euro e fatti venire a prendere in aeroporto da un autista inviato dall’Hotel. Si entra solo con il passaporto.

Dove ho dormito: a Jambiani al Melik Hotel (30 usd)  ed a Nungwi all’Atii Garden Bungalows. (35 usd). Se il cuoco è ancora quello mangerete alla grande.

Escursioni:  chiedi sempre all’Hotel e poi fai un paragone con quello che ti offrono i beach boys, molto ben segnalato Massimo di Zanzibar che ha anche un gruppo FB in Italiano.

Auto: beh eviterai visto che si guida al contrario. Il trasnfer da Jambiani a Nungwi costa 50 usd

 

Esplorare il Montenegro

Esplorare il Montenegro

Sono oltre 20 anni che viaggio. La maggior parte dei viaggi li fatti da solo, qualcuno in compagnia. Viaggiare da soli è come scendere la mattina dal letto; decidi tu da quale parte.  Nell’estate del 2019 scelsi il Montenegro che fu il mio 60esimo paese.  Visitare una piccola nazione è come aprire  uno scrigno: devi guardarci dentro per scoprire quante bellezze ci sono. E poi sono li a portata di mano perchè non dobbiamo percorrere grandi distanze perciò ti sembrano ancora di più. Esplorare il Montenegro poi ha due vantaggi per noi Italiani: i prezzi e l’euro come moneta. Più easy di cosi.

Esplorare il Monenegro
Sveti Stefan dall'alto della chiesetta

Petrovac: un piccolo fiore

E cosi sono partito con il mio zaino, la Lonelyplanet, il mio cappello   che mi accompagna in tutti viaggi dall’esame di maturità  . Il viaggio comincò da Petrovac un piccolo fiore sulla costa, circondato da piccole spiagge tra cui quella dei cipressi di Lucice. Di orgine Romana come tanti villaggi ha subito la presenza veneziana fino alla caduta della Serenissima nel 1797. Un porticciolo addobbato di piante e fiori che con i suoi profumi e da proprio l’idea di essere in vacanza. Insomma fu una vera sorpresa e devo dire che iniziare così un viaggio mette davvero di buonumore.  Era proprio il luogo ideale  per una buona cena sul mare.   Di fronte alla spiaggia cittadina la prima grande sorpresa di questo viaggio che poi scoprirò non essere così rara ; su uno scoglio in mezzo al mare giace una chiesetta quasi a ricordare il musical Mama Mia con Meryl Strip. Ma voi vi sposereste qui?

Esplorare il Montenegro a Prevoca la piccola chiesa nel mare ecco la picola chiesetta di Sveti Jovan
Petrovac una piccola chiesa nel mare

Sveti Stefan

 

La prima delle mie escursioni è Sveti Stefan. Se Petrovac è un fiore Sveti Stefan è un gioiello e come tutti i gioielli sta in vetrina. Il villaggio è stato nazionalizzato negli anni 60 per diventare un resort di lusso, inaccessibile per chi non è ospite dell’albergo. Però è proprio in questo paesaggio da cartolina non ci si può non fermare per fare qualche foto e passare qualche ora di relax sulla spiaggia adiacente. Se avete un’auto o siete in bici e in buona forma (ricordatevi che sulla costa ci sono molte salite, tutte al sole e a bassa quota) dall’alto potrete godere di un panorama fantastico

Risalendo la costa...

Si risale la costa verso Budva per vivere tutte le contraddizioni dello sviluppo economico di questo paese dopo la guerra della Ex-Jugoslavia. E’ bellissimo perdersi tra le mura della città vecchia, caffè, negozi, piccoli ristoranti e il forte veneziano. Tre secoli di occupazione Veneziana hanno avuto una notevole influenza su queste terre. Dall’altro lato non appena si esce si è circondati da alberghi e costruzioni. Un mix davvero forte da usare con le giuste dosi per poterlo apprezzare. Tutto questo comunque ha portato la città ad essere ben collegata. Le strade sono in buono stato ma soprattutto panoramiche e non molto trafficate in questo periodo di fine giugno.  Una cosa però ve la consiglio su tutte: vedere l’alba dal forte della cittadella  con la sua piccola spiaggia sotto le mura all a quale si arriva passando da una piccola porta. 

Decisi così di fare per qualche giorno di Budva il punto di appoggio per le mie escursioni. Pare poi che in Montenegro abbiano un vizio però: di fronte nel mare ci deve essere un’isoletta con la chiesa e qui a Budva abbiamo (5 minuti di traghetto-ogni 15 min) l’isola di San Nicola.

Alba a Budva
Budva alba sulla cittadella

..come un libro da sfogliare

La costa del Montenegro è come un libro da leggere. Ogni suo villaggio e le piccole spiagge rappresentano una pagina da sfogliare.  E questo è un po’ il mio modo di viaggiare, scoprendo i posti senza programmare troppo in anticipo. Senza l’assillo di dover vedere tutto; è un viaggio e non una corsa.  E’ una cosa che ho assimilato con il tempo ma non ho mai viaggiato per vedere i posti ma per stare bene. E cosi tra un bus e qualche passaggio in auto sulla via di ritorno mi sono imbattutto nella bella spiaggia di Jaz (15 min di bus da Budva), ideale per le famiglie, ampia, sabbiosa , acqua cristallina tutti ottimi ingredienti ai quali ho aggiunto un’insalata greca che per me è un toccasana. Per chi vuole un po più di vita comunque la scelta c’è, non disperatevi, Mogren, Becici, Slovenska Plaza sono tutte spiagge attorno a Budva raggiungibili a piedi.

esplorare il montenengro a kotor la città dei gatti
Kotor è la città dei gatti

Kotor è la città dei gatti

Dopo 3 giorni però arrivò il  tempo come si suol dire di levare le tende e dirigersi verso la baia di Kotor per vivere la parte più bella di questa avventura. La Baia di Kotor un fiordo norvegese nel mediterraneo. Qui madre natura nei secoli passati ha offerto protezione alle popolazioni locali contro le scorribande di Turchi e invasori vari, ma le stesse montagne a ridosso del mare ora invece ne impediscono lo sviluppo edilizio come a Budva lasciando il paesaggio quasi intatto. Il viaggio da Budva in bus (passando dall’aeroporto di Tivat) dura poco più di un’ora.  Avrei dovuto fare 2 giorni in questa città ed invece ne ho fatti 5 ed ho fatto fatica a staccarmi. (tra l’altro trovai un piccolo appartamento davvero carino in centro). Non sono avvezzo ai consigli su dove dormire e mangiare che ritengo scelte prettamente personali ma se posso spendere una parola, mi sono trovato davvero bene in questa piccola via con un bar adiacente , un classico Old Town Pub con musica live e un’enoteca dove assaggiare cozze e buon vino .Insomma dopo una giornata a camminare in giro (a Kotor per salire al forte sono 1300 gradini) fare 10 mt per gustarsi la sera non è da disdegnare. C’erano i Pink Floyd quella sera e le loro note arrivarono nella mia camera mentre riposavo come un invito irruninciabile. Venezia qui è nell’aria con le sue mura poderose tant’è che tutt’oggi nella città lagunare esiste ancora l’espressione “Te me costi come i muri de Cattaro“. A Kotor ci sono tanti gatti con il loro museo e tutti dormono tranquillamente, non gli interessa proprio niente dei rumori e della musica              

1300 gradini verso il cielo

Sarò molto breve per descrivere la mia prima giornata che fu veramente straordinaria: Prendete un motoscafo  a mezzogiorno (30 euro) e fate tutto il giro della baia. Avrete un’isoletta costruita da dei pescatori 500 anni fa, una base di sottomarini della ex Jugoslavia e un’isola disabitata dove ai tempi del Duce noi italiani internavamo i prigioneri   . Dopo di chè al ritorno dal centro della città salite i 1300 gradini per arrivare al forte abbadonato e godervi un tramonsto staordinario su tutta la baia. 
Montenegro forte di kotor
Tramonto sulla Baia di Kotor

Nel cuore del Montenegro

Me li sono gustati proprio questi primi 3 giorni nella Baia, ma questo piccolo paese ha troppe altre attrazioni tutte li a portata di mano da cogliere come una mela sull’albero. E cosi alle 7 del mattino sono li pronto ad attendere il bus con una guida per una giornata che si concluderà dopo 15 ore sul letto della mia camera esausto, sereno e felice.

Vi avevo detto che le strade in Montenegro sono panoramiche; guardate qui! Un drink appoggiati guardando la valle filosofeggiando sulla vita (avevo appena perso il lavoro) fu quasi inevitabile. Alla salute 🙂 Il fatto di aver perso il lavoro mi consentì anche di stracciare il biglietto di ritorno verso Milano e continuare questo viaggio. Non tutto il male viene per nuocere.

Lago di slano
Lago di Slano punto panoramico

 Arrivando perciò di prima mattina  vicino alla città di Niksic. Sembrano tanti laghi con isolette ma in realtà è uno solo. Un lago artificiale dalle acque blu. Devo dire che Giove Pluvio mi è stato davvero amico però. Non una nuvola in cielo. Proseguimmo dopo questa doverosa sosta verso sul fiume Tara per attraversare il suo canyon a Zabljak, un ponte in cemento armato quindi niente di particolare dal punto di vista architettonico ma dal quale si può osservare magnificamente la profondità del canyon. Per trovare un canyon più lungo dovrete andare nel Grand Canyon sul fiume Colorado oppure su Marte; spero di avervi reso l’idea.                       

Un tuffo nel Lago Nero

Ma l’evento più atteso per me doveva ancora arrivare. Dopo un buon pranzo in compagnia dei miei compagni di avventura giornalieri. (in fondo è bello condividere emozioni con delle persone che sai che al 99,99% non rivedrai mai più ma che per un giorno sono i tuoi migliori amici) arrivammo camminando ai 1450 mt sul mare del Lago Nero nel Parco Nazionale del Durmitor. Stupefacente…guardate qui sotto. Non penso servano altre parole. 

Esplorare il montenengro: il lago nero
Il Lago Nero

In una giornata del genere  poi non poteva mancare la ciliegina sulla torta. Il monastero di Ostrog: al di là di ogni discorso religioso osservandolo è quasi obbligatorio chiedersi ma come gli sia venuto in mente di costruire un’opera del genere nel 17esimo secolo. Potere delle religioni è vero (la storia narra del vescovo Basilio apparso in sogno ad un monaco) ma qui si è trattato di ficcare (nel vero senso della parola) un monastero all’interno della  parete verticale di una montagna. Ci si arriva dopo una lunga salita (ovviamente panoramica, siamo in Montenegro)

Ore 22: sono sul mio letto disteso. Un mezzo sorriso mi spunta guardando il soffitto; sono contento davvero e non perché ho vissuto una splendida giornata ma perché sono consapevole che tra 10 anni ricorderò questi momenti. Ora però scendo giù  per una birra, me la merito….stasera suonano di Depeche Mode!

Informazioni utili

Voli : Da Roma e Milano a Podgorica(Wizzair) e sorbole da Bologna aPodgorica (Ryanair)

Traghetti: da Bari a Bar (sud di Petrovac)

Dormire a Petrovac : https://www.apartmentsviktorija.me/it-it chiedete a Vitkorja per qualsiasi info o per transfer da Podgorica (35 euro) vi aiuterà sicuramente.

Stazione Bus Budva: ci sono più 20 destinazioni. Sulla strada principale  trovate invece dei minibus che vi poteranno verso Sveti Stefan o spiagge come Jaz. (1,5 euro