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Colle del Sommeiller

Sommeiller: a 3000 mt con la mtb vintage

Sommeiller: oltre i 3000 mt con la mia mtb vintage

Estate 2022

Quanto contano le gambe in salita? Tanto, come la testa  e il cuore che ti spingono ad andare avanti.  Dopo i primi 8 km di salita nel bosco avevo già capito che non ce l’avrei fatta ad arrivare fino alle fine con 21  km di sterrato e altri 1500 mt di dislivello   ancora da fare per la cima del Sommeiller. Non si fanno se non prendi in mano la bici da mesi.

Ed è così che mi sono “arenato” in tutti i sensi una volta arrivato ai 2135 mt del Rifugio Scarfiotti sulla piana del Grange du Fond  attorniato dal classico laghetto alpino e da una fragorosa cascata che rendevano l’ambiente bucolico. Gran posto ragazzi  per una sosta ma anche per rifocillarsi  e guardare lassù  fino ai 3009 del Sommeilleir una ex stazione sciistica estiva chiusa nel 1984. In certi momenti però bisogna tirare un sospiro di sollievo e godersi la vita. D’altronde ero in posto fantastico mica in miniera a lavorare. Regolare la bilancia delle sensazioni è il modo migliore per dar il giusto peso anche alle cose negative. Però non potevo non ripensare a quel giorno di 6 anni prima. 

Stanco al rifugio e dietro la piana del Grange du Fond

Quel giorno di 7 anni fa

7 Agosto 2016: Mi alzai alle 5 quella mattina quel giorno.  Avevo ricominciato ad andare in bici l’estate precedente in Trentino scoprendo la piacevole sensazione di pedalare sopra i 2000 mt con la mia vecchia Jumpertrek che avevo riesumato dal garage di casa dopo 15 anni.  Sopra i 2000 mt sono più allegro. La sento dentro questa piacevole sensazione. Pordoi, Sella: mettevo la mano sul manubrio in uscita dai tornanti come El Diablo Chiappucci per cui tifavo da teenager ascoltando le telecronache di Adriano De Zan.  E così facendo un po di ricerche scoprii l’esistenza di questo salita che arrivava fino ai 3000.  Praticamente fantasticavo. Ci sono giornate che ti rimangono scolpite nella mente per chi va in bici.   Mi affascinava quel numero, ma mi affascinava ancor di più il fatto di salirci con una mountainbike vecchia di un quarto di secolo.

Avevo letto che quella domenica un gruppo di ragazzi aveva organizzato una manifestazione in bici salendo al Colle del Sommeiller e subito pensai : è il mio giorno. Cosi partii alle 6 per arrivare a Bardonecchia quasi alle 9 . Quando pagai i  5 euro dell’iscrizione e mi chiesero se avessi avuto l’intenzione di salire con “quella”, Il mio si di risposta fu un misto tra orgoglio e un sottile dubbio che mi si infilò nella mente dicendomi che forse stavo per fare una cazzata. Ma avevo lo stesso spirito di quando prenoto e parto per un viaggio senza programmare troppo.

Colle del Sommeiller

 Partendo da Bardonecchia la salita misura circa 29 km per circa 2000 di dislivello. (potete scaricare qui dal mio canale Telegram il file gpx di questo ed altri percorsi)Non avevo ne Strava e nessun Garmin (che non ho nemmeno ora). Avevo studiato un po le pendenze ma non avevo mai fatto uno sterrato così lungo. Gli altri poi  erano gia partiti ; mi misi quindi in sella in modalità “vabbe arriverò”.

 Dal centro  di  Bardonecchia i primi 8 km scorrono relativamente  tranquilli anche se questa parte iniziale è il tratto con le pendenze più arcigne in certi tratti oltre il  10%. Si esce dal paese e dopo la rotonda del torrente si svolta sinistra in direzione Rochemolles  e si comincia a salire sul serio. Proseguii quindi sereno rinfrancato anche dall’ombra dei boschi che è un elemento quasi costante fino alla fine dell’asfalto.  L’entusiasmo era tanto, avevo una voglia di pedalare e questo avrebbe potuto portarmi a forzare troppo non avendo mai misurato le mie forze su una salita del genere. Stai calmo mi dicevo. Guardavo su Google Maps quanto mancava e ad ogni km in meno era una tacca in più nel morale.

Rochemolles
Diga di Rochemolles area di sosta

Secondo round: inizia lo sterrato

Arrivai quindi alla casetta con la sbarra dove inizia lo sterrato (Le auto pagano per proseguire ma se potete scegliere andate di giovedi il giorno di chiusura  ai veicoli a motore,  i vostri polmoni vi saranno grati di aver evitato quell’effetto “Parigi-Dakar” quando sarete sorpassati da qualche fuoristrada). Adesso però si comincia a fare sul serio.  , come un pugile che si infila i guantoni e i miei guantoni erano 13 kg di alluminio contro  21 km di sterrato  che parte deciso su un fondo compatto ma non troppo regolare. Cercai subito di trovare un buon ritmo . 

Si esce subito dal bosco  ma ebbi la buona idea di portarmi una bandana perché da li   poi è praticamente tutta  al sole fino ai 3000.  Il sentiero è molto largo (nel video qui sotto potete vederlo quasi completamente in discesa) e si sale fino alla diga di Rochemolles dove inizia un fantastico tratto di 1 km circa completamente pianeggiante all’ombra. Una goduria. 1 km in meno alla fine e pure pianeggiante. Questa si che è vita.

Nei pressi della diga potete trovare un area di sosta con una fontanella. Verso il tramonto è un posto clamorosamente da foto con i raggi del sole che si specchiano sul lago.

Usciti da questo tratto si attraversa il torrente Rochemolles e si comincia a risalire attraversando il Grange du Fond. Ormai siamo a 2000 e l’aria è fantastica. Guardavo in giro  e  ogni tanto abbassavo lo sguardo sul manubrio per vedere i metri che passavano sotto le ruote parlando  con la mia bici incitandola a portarmi su. Perché era lei che mi portava su. Tra pascoli di pacifiche  mucche che ti accompagnano con i loro campanacci  e un ponticello di pietra si intravvede il bivio per il Rifugio Scarfiotti. Sono passati 17 km e tutto va bene.

Colle del Sommeiller
Verso il rifugio

Il Rifugio Scarfiotti

Il rifugio si trova verso la fine della piana in uno scenario bucolicamente alpino: rifugio, laghetto e fragorosa cascata.  Non si potrebbe desiderare di più . Nella mia classifica ideale in Piemonte solo gli alpeggi dell’Ossola come l’Alpe Devero e l’Alpe Veglia stanno sopra.  Il punto giusto per una sosta e riempire la borraccia. Guardando in alto si vede la strada che sale appoggiata sul dorso delle montagne disegnata come da una punta di un pennello su un quadro . Il colle è dedicato alla memoria dell’ingegner  Germain Sommeiller che progettò  i 12 km  Traforo del Frejus inaugurato il 17 Settembre 1871 dopo 14 anni di lavori ; inaugurazione alla quale non potè assistere in quanto morì 2 mesi prima. Un’opera assolutamente avveniristica per quel periodo.

Terzo round: i 12 km finali

Non mi fermai però al rifugio quel giorno ma proseguì al bivio tenendo la destra (per il rifugio si gira a sinistra ) continuando a salire. Ero desideroso di vedere che mancavano meno di 10 km alla cima ma l’acqua cominciava a scarseggiare.  Si costeggia più o meno in da vicino  il torrente e così ad un certo punto feci come quelli che non ne potevano più. Accostai mollando la bici sul prato e dopo aver riempito la borraccia mi sdraiai sul prato.

Occhi al cielo e mi riposai per un buon quarto d’ora o forse più. D’altronde ultimo ero partito e ultimo sarei arrivato. 

Colle del sommeiller
Lago del Rifugio Scarfiotti

La salita era fantastica con la brezza di certe giornate estive poi perfetta come clima.   Verso metà della salita finale dopo un breve tratto pianeggiante e in leggera discesa si trova  persino qualche metro di asfalto ancora risparmiato dal ghiaccio dopo 30 anni di abbandono. Cominciavo a sentire la stanchezza via via sempre più crescente ma ormai ero in ballo e dovevo ballare confortato però  dallo scendere dallo scendere dei km verso la metà.

Gli ultimi 5 km sono stati durissimi per la fatica e le condizioni del fondo che man mano che sale diventa sempre peggiore essendo il terreno sempre più ghiaioso e scavato dai solchi delle moto da cross sui tornanti .Però che vista ragazzi. Guardate qui

Ero davvero in alto dove non ero mai arrivato in vita mia. Wow. Ad un certo punto però come si suol dire sono “scoppiato” . In gergo ciclistico vuol dire mettere giù il piede e appoggiarti sul manubrio col fiatone  Diventava una sfida con me stesso. Era dura ma se non avessi proseguito l’avrei rimpianto per tutta la vita perché avrei pensato chissà come sarebbe stato arrivare lassù. Non mi sarebbe capitata mai più una giornata del genere e così prosegui gli ultimi 3 km un po pedalando un po camminando anche perché la bici slittava sul fondo instabile di terra e pietre.

Colle del Sommeiller
Il colle più alto d'Italia

Un incontro speciale

Quando mancava poco più di un  1 km alla vetta incrociai le jeep degli organizzatori che scendeva. Li incontrai come si incontrano i beduini nel deserto praticamente.  Avevano già smontato il punto di ristoro in cima e stavano scendendo.  Tra sorrisi e pacche sulle spalle mi diedero una fettazza di crostata ed una Coca Cola. Dire che fu un toccasana è poco.  “Dai che ce l’hai fatta” . Ci salutammo e mi diedero appuntamento al Rifugio Scarfiotti per la polenta.

3009 mt: arrivo al Sommeiller

Feci l’ultimo km ridendo come un cretino: chissà che faccia da ebete avevo se avessi avuto uno specchio. Poi si sa : l’ultimo km la fatica sparisce. In cima c’è più niente. Non è rimasto nulla della stazione sciistica costruita nel 1964. Solo uno spiazzo che presumibilmente era il parcheggio e un cartello. Apoggiai la bici e rimasi in silenzio dopo di che cominciai a camminare per qualche minuto guardandomi in giro.  Ero solo io e la montagna, tutta per me. Ormai erano le 4 del pomeriggio. Non volevo andarmene più via.  Sdraiato sulla neve a godermi il momento. Sono rimasto  li per un ora . Sinceramente avrei voluto rimanere li ancora di più. Sentivo quel posto come se fosse  tutto per me. Ma è la montagna; cominciavo a sentire freddo ed era pomeriggio inoltrato.

Il canto del cigno

Arrivai così al Rifugio Scarfiotti dove mi aspettavano i ragazzi per la polenta che loro avevano già mangiato . Accanto al laghetto ci sono sempre delle sdraie per digerire . Mi accorsi anche che le ruote in alluminio si erono stortate leggermente e toccavano i pattini dei freni .  Caricammo così la bici sulla Jeep e tornammo a Bardonecchia. Chissà se quei ragazzi si ricordano di me? .  

Fu l’ultima salita che feci con la mia Jumpertrek. 7 agosto 2016.  E’ una data che rimarrà dentro.  Avevo portata in cima sul colle più alto d’Italia quella bici che mio padre mi regalò da ragazzo; mio padre che se n’è andato  2 anni dopo nella stesso giorno.