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Il Tour de France 2024 sulla strade della Via Romagna

La via Romagna : storia e sapori sulle strade del Tour de France 2024

C’è un ricordo affettivo e indissolubile che mi lega a queste terre della Romagna e che in un certo senso ha segnato la mia vita. Risale al 1995 quando da giovane teenager pochissimi giorni dopo aver preso il diploma di maturità in ragioneria partii per la mia prima vacanza con gli amici. E dove avrebbero potuto andare dei ragazzi Italiani   senza un cellulare nell’era in cui internet era una chimera a 56 k  di velocità? Riccione. Fu proprio qui che comprai il mio cappello in una bancarella per 50mila lire   senza sapere che mi avrebbe poi accompagnato nel resto della mia vita attraverso 65 nazioni.

Tour de France 2024

E dopo 28 anni quando sto per tagliare la boa del mezzo secolo di vita mi sono trovato a celebrare un evento storico proprio in queste terre. La Grand Depart del Tour de France 2024 il terzo evento sportivo al mondo dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio che per la prima volta nella sua ultracentenaria storia partirà dall’Italia giungendo a Rimini al termine della prima tappa per poi partire da Cesenatico il giorno dopo incrociandosi su uno dei percorsi più belli e variegati d’Italia: La Via Romagna.

Io sullo sfondo e Bernard Hinault alla presentazione del Tour 2024 a Misano

Durante l’Italian Bike Festival che si è tenuto a Settembre  sulla Riviera Romagnola ho avuto il piacere di essere invitato alla seconda edizione European Media Cycling Contest insieme a diversi giornalisti e creators per la presentazione  delle 3 tappe Italiane del Tour  con la partecipazione di un monumento del ciclismo: Bernard Hinault, l’ultimo degli eroi capace di vincere ovunque a cavallo tra gli anni 70  e  80 . Tre tappe da Firenze, Cesenatico e Piacenza per celebrare il Bel Paese  e le terre dei suoi campioni vincitori del Tour: Bartali, Pantani e Coppi

L’evento si è svolto sul circuito di Misano Adriatico con Simona Ventura come madrina d’eccezione  per poi percorrere la parte finale della prima tappa insieme a questa leggenda vivente da Cesenatico fino a San Marino.  E’ stato  difficile non fissarlo in certi momenti avendo la consapevolezza di aver di fronte un uomo fuori dal comune. Immaginatevi di aver avuto di fronte un Maradona della bici. La curiosità di chiedersi cosa avesse dentro quell’uomo al di la delle doti fisiche viene naturale.

Che cos'è la Via Romagna?

La Via Romagna è un magnifico itinerario cicloturistico ad anello (Il primo in Italia permanente) che si estende per 460 km . Un misto di sensazioni  tra la salsedine dell’aria delle località balneari lungo la costa e i profumi e silenzi di  borghi, castelli, vigneti e foreste  dell’entroterra su stradine secondarie e filanti sterrati dal piacevole e scrocchiante suono   sotto le ruote  che gli amanti di questo sport conoscono benissimo.  Voglia di gravel a tutto spiano!!

Il percorso essendo ad anello vi permette di scegliere comodamente il punto di partenza più comodo . Si estende dal punto più a nord  rappresentato dalle Valli di Comacchio un’ambiente salmastro formatosi in seguito all’estinzione del ramo principale del Delta del Po dopo il terremoto di Ferrara del 1570 e da successive opere di bonifica  per passare nel raggio di pochi km all’antica capitale dell’Impero Romano: Ravenna . Non a caso è la seconda città d’Italia per estensione dopo Roma ,custode di capolavori Bizantini come la stupefacente  cripta sommersa della Basilica di San Francesco . Oppure deviando leggermente visitare la città più ciclabile d’Italia: Ferrara capace di rivaleggiare con Firenze in età rinascimentale.

Questa insieme a tutta la parte più pianeggiante è quella adatta a tutti anche per semplice escursioni giornaliere.  Ma la Via Romagna è in percorso che racconta tutto il suo territorio, la sua storia, la sua cultura ,la sua enogastronomia. (potete scaricare l’intero percorso e costruirvi il vostro viaggio scaricando il file gpx sul mio canale Telegram ) accompagnandolo anche tramite una serie di servizi come i 29 bike hotel del consorzio Terrabici.

Parliamo di un percorso che tocca 30 comuni e 20 luoghi tra borghi, rocche e castelli passando da luoghi dove la natura predomina come il Parco delle Foreste Casentinesi a cavallo dell’Appennino Tosco-Emiliano   premiato con la “Green List”  IUCN (International Union for the conservation of Nature) nel 2021 una sorta di Nobel per la Natura. Queste foreste in autunno sono diventano poesia. Un paradiso gravel 

Borghi e castelli sul percorso

Tra gli innumerevoli borghi  vi segnalo i seguenti:

Rocca di San Leo

 Sospesa tra cielo e terra nella sua storia millenaria la Rocca di San Leo
Una prima fortificazione fu costruita da Romani fu oggetto di contese e guerre fino al 1441 quando fu costruito il forte. Da qui si gode una incredibile vista fino al Mare Adriatico.Sicuramente una delle stupefacenti opere di architettura militare con il suo sperone roccioso proteso nel vuoto.

Rocca di San Leo
Rocca di San Leo

Repubblica di San Marino

 La Serenissima Repubblica: il Titano è la repubblica più antica del mondo. Le sue origini infatti risalgono al 301 DC ed incredibilmente è riuscita a mantenere la sua indipendenza fino ai giorni nostri grazie alla sua neutralità. Persino durante la seconda guerra mondiale offrì rifugio a 100mila solda durante il passaggio del fronte della Linea Gotica. Una tappa tra le sue mura è una salto nella storia. E’ la sensazione di entrare in un piccolo regno millenario.

San Marino
San Marino..trova l'intruso?

Sant'Arcangelo di Romagna

Romagna pura. Nessun borgo forse interpreta lo spirito romagnolo come Sant’Arcangelo di Romagna con la sua bellissima piazza Ganganelli e l’Arco di Clemente IV . Da qui passera il Tour l’anno prossimo. Oltre  troverete un mondo sottorraneo caratterizzato da ghiacciaie, granai e segrete vie di fuga. Il borgo fu fondato intorno all’anno mille periodo al quale fa riferimento l’antica Porta del Campanone Vecchio dalla quale si entrava tra le mura. 

Piazza Ganganelli a Sant'Arcangelo di Romagna

Pennabili

Il punto più a sud della Via Romagna. Immaginate un borgo in cima ad una collina circondato da campi e alberi che si scorge alla vostra vista in lontananza mentre pian piano vi avvicinate pedalando.  Un sorriso spunterà sul vostro viso . Per il resto dovrete solo entrare e godervelo; Pennabili è il borgo cantato da Tonino Guerra con la sua cattedrale di San Leone risalente al 500

Pennabili "La processione dei Giudei"

Brisighella

Brisighella è un borgo tra i più belli e particolari perchè si adagia ai piedi di 3 pinnacoli rocciosi sui quali sono stati costruiti la Rocca del XV sec, la Torre dell’Orologio e il Santuario
🍁Dove si trova? Nella Valle del Lamone al confine tra Emilia-Romagna e Toscana.
🍁Camminate  tra le vie del borgo tra strade coperte e sopraelevate come la Via degli Asini  chiamata così perchè un tempo dava riparo a questi animal

Brisighella la Via degli Asini foto di @Pradelliirmo

Porto Canale Leonardesco

A Cesenatico a pochi metri dal museo di Marco Pantani (dove potrete anche ammirare i quadri di Marco e se capita conoscere la madre , la Sig.ra Tonina) caratterizza il centro storico di Cesenatico con le sue imbarcazioni a vela , il museo della Marineria e l’ottocentesca pescheria. Difficile non essere tentati da un delizioso pranzetto in uno dei locali lungo il canale.

Cesenatico
La mia biga al Porto Canale Leonardesco

Bagno di Romagna

Bagno di Romagna: e non potevano mancare le terme. La località più estrema di questo itinerario Un piccolo borgo incastonato nell’appennino Tosco-Emiliano nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi  uno dei parchi più belli d’Italia quando si parla di foliage  . Le sue acque termali che scorrono a 45 c permettono di viverla e di rilassarsi all’aperto 12 mesi all’anno.

Terra del Sole

Nell’entroterra romagnolo sorge questo borgo esempio di architettura militare del 500. Voluta da Cosimo de Medici a difesa dei confini con lo Stato Pontificio le sue mura che si sviluppano attorno conserva tutt’ora l’aspetto di città fortezza con i palazzi disposti simmetricamente che ne fatto un perfetto esempio di architettura militare.

Pianta della città

Rocca Malatestiana di Verucchio

Nota come Rocca del Sasso è una delle più grandi e meglio conservate fortificazioni malatestiane:  situata sul punto più alto del Sasso di Verucchio in Valmarecchia fu costruita da Sigismondo Malatesta nel 1449, permette la vista di un panorama che spazia dall’Adriatico alle più alte vette del crinale appenninico.

Rocca Malatestiana

Dormire in Riviera

C’è un elemento inconfutabile a mio avviso che ha caratterizzato il turismo in Romagna a cavallo del nuovo millennio. La capacità di sapersi adattare alle esigenze del mercato che non sono altro che i desideri della gente. Perché la gente vuole andare in vacanza. Una vacanza in Romagna non è più solo locali, spiagge e discoteche ma anche relax e attività  per famiglie e amanti dello sport come il nuovissimo Club del Sole di Riccione. Un nuovo concept  di hospitality che va oltre il camping. Non parliamo più di campeggi ma dei veri è propri villaggi come se fossero dei piccoli borghi con le loro stradine dotati di tutti i comfort e servizi .  La sensazione è quasi quella di vivere in un piccolo paesino.

Ho avuto il piacere di soggiornare al Lungomare Bike Hotel di Cesenatico una splendida struttura a conduzione familiare sul mare a misura di ciclista con un’attrezzata e capiente bike room capace di ospitare oltre 100 bici, spa e piscina riscaldata.

Come arrivare al Ghiacciaio Fellaria

Trekking al Ghiacciaio Fellaria

Una giornata che ricorderete

Era da tanto che volevo farlo ed ora sono felice di raccontarvi questa mia esperienza. Per passare giornate straordinarie tra le montagne di Lombardia  se ne possono indicare molti di posti bellissimi  ma uno è salito alla ribalta sopra di tutti negli ultimi anni ed è di costui che parleremo in questo articolo. Il ghiacciaio Fellaria e come arrivare.

Guarda qui il video del percorso completo

Clicca e guarda il percorso (puoi usare anche la visione velocittazata ora su Youtube) per renderti conto della reale difficoltà e scarica poi la traccia dal mio canale Telegram

Il Ghiacciaio

Questo gigante freddo che ansima sempre più sorge a 3500 metri in Valmalenco sull’Altipiano del Fellaria e scende verso 3 direzioni: il Ghiacciaio Palù che scende dal lato svizzero ed è visibile anche prendendo il Trenino Rosso del Bernina nel tratto tra Poschiavo e Sankt Moritz e il Ghiacciaio Fellaria diviso tra Est e Ovest dal Sasso Rosso; una volte le due lingue si riunivano verso la fine  . Ed è il lato est di questo ghiacciaio che è salito alla ribalta negli ultimi anni. Uno di quei luoghi  dove ti siedi ad ammirare e fai fatica ad andartene.

Il suo ritiro progressivo ha formato un lago glaciale dagli aspetti chiaramente islandesi e aggiungo io personalmente anche sudamericani se pensiamo al Perito Moreno.

Questo lago adagiato su una conca morenica si è formato  e continua ad ingrandirsi negli ultimi anni portando alla ribalta social  la Valmalenco come la vicina Val di Mello con l’altrettanto famoso Bidet della Contessa, cristallino laghetto formatosi da una frana nel 2009.  Il motivo è dovuto essenzialmente al fatto che scende ad altitudini inusuali per un ghiacciaio, rendendolo così accessibile anche a chi non ha capacità particolari in montagna; 2600 mt è veramente basso se pensate che il passo dello Stelvio è a oltre 2700 .  A metà del 1800 periodo in cui è iniziato l’arretramento dei ghiacciai alpini scendeva addirittura fino a 2100 mt. A memoria solo il Ghiacciaio Montasio in Friuli Venezia Giulia scende a quote più basse (1920mt) favorito però dalla sua posizione in perenne ombra.

Ammira e contempla in silenzio la bellezza di Madre Natura

Come arrivare al Ghiacciaio Fellaria

Questa escursione è un trekking di 13 km  con un dislivello di 650 mt tra sentieri e torrenti e solamente nell’ultimo tratto verso il lago dovrete farvi largo  un po tra le rocce. (scarpe da trekking necessarie , abbigliamento adatto e guardate il meteo prima). Il periodo consigliato è da giugno a Settembre. A giugno troverete più ghiaccio ma le giornate sono più lunghe.

Si arriva ovviamente in auto e dovrete parcheggiare ai piedi della diga dell’Alpe Gera (impostate questo nome sul navigatore). Si paga un parcheggio giornaliero di 6 euro ma se proprio non volete spenderli trovate qualche posto prima. La diga tra l’altro è una delle più grandi d’Italia con un altezza di 160 mt superata solo dai 255 mt della purtroppo famosa diga del Vajont protagonista dell’immane tragedia del  9 Ottobre 1963.

Il percorso

Salendo sulla diga dovrete prendere il sentiero a sinistra  tenendo il lago  alla vostra destra mentre camminate  e non il contrario.  E’ importante scegliere la  direzione giusta da prendere all’inizio. Questo perché? Il lato opposto  oltre ad  essere più panoramico, facendolo di pomeriggio quando il sole illuminerà la valle renderà il tutto più magico. Sarà il vostro gran finale fidatevi.

Camminando per 3 km costeggerete tutto il lago fino alla fine e dai 2100 mt  salirete  ai 2401 dell’Alpe Fellaria dove troverete il Rifugio Bignami. Passato il Rifugio troverete un gruppetto di case di pietra e forse un bel cagnone nero quasi sicuramente sonnacchioso. E’ Bruno il cane di Stefano l’unico abitante dell’alpeggio fino a fine estate.

Dopo l’Alpeggio inizia il Sentiero Glaciologico Luigi Marson. Subito dopo aver attraversato un ponticello di legno che attraversa  il torrente adiacente all’Alpe Fellaria  girate a destra  Ci sono 3 sentieri: A-B-C. Dovete prendere il C  ma comunque seguite comunque la traccia gpx che potete scaricare dal mio canale Telegram.   Questo percorso vi poterà in circa 1 h 30 al ghiacciaio. 

Camminerete per un breve tratto sotto una grande parete rocciosa  attraverserete altri 2 torrenti di cui il secondo a monte di una spettacolare cascata. Dopo questo ponticello dovrete un pò farvi largo tra le rocce  salendo leggermente di quota nell’ultimo km ma poi verrete ripagati da una vista unica di fronte alla maestosità del fronte ghiacciato che si tuffa nel lago e dagli stambecchi che solitamente lo frequentano

Il paesaggio lassù

Ebbene la prima cosa che farete è camminare lungo il lato del lago per avvicinarvi  al fronte ghiacciato irrimediabilmente attratti o curiosi di verificare se siete arrivati davvero in un posto del genere. Una volta passato lo stupore e  rallentato il battito cardiaco sedevi e godetevi il paesaggio privo di vegetazione. Non so quanto ci sono rimasto forse un ora e mezza. Essendo estate c’è anche la possibilità di assistere a qualche crollo della parete. Ma essenzialmente il bello è sedersi su una roccia, osservare e magari  mangiarsi un panozzo. A proposito vi assicuro che il formaggio di Stefano all’Alpe Fellaria è tanta roba e scusate se ogni tanto “scrivo come magno”. Io me ne sono portato a valle quasi 1 kg e mezzo per 14 euro.

come arrivare al ghiacciaio fellaria

Il ritorno

Non sarà facile staccarsi da questa vista ma prima o poi dovrete invertire la rotta e tornare indietro. Per il ritorno attenetevi allo stesso percorso fino al Rifugio Bignami.  Scendete poi dal sentiero che troverete dietro al rifugio che vi porterà in basso   fino ai piedi della cascata  dei Geroni per delle foto spettacolari  e per poi continuare salendo fino all’Alpe Gembrè. E li troverete Laika con il suo padrone  un po meno pigra e più coccolosa di Bruno.  Questo lato del lago alterna tratti pianeggianti a saliscendi.  Proseguendo poi costeggerete tutto il lago  passando anche sotto un’artiglio roccioso in un tratto quasi poetico e vedrete dei colori stupendi nelle giornate soleggiate.

Informazioni utili

Dove Dormire: per esplorare la zona (bassa Vatellina , Val Masino, Val di Mello ) io dormo a Civo  da Jerry  al “Pergul” un belga che si è trasferito qui 29 anni e che affitta 3 appartamenti ristrutturati (circa 50 euro) e un’appartamento condiviso con letti a castello (15 euro circa) .  A disposizione anche un parcheggio ,  un’autorimessa per le bici e con una bella vista panoramica dai terrazzamenti.  Civo si trova sulla “Costiera del Cech” sopra Morbegno. Chiamatelo : 3382340343

Altri percorsi in Lombardia: sul mio canale Youtube potete vedere tutti i miei percorsi in bici e di trekking nella playlist Gite in Lombardia”

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Al Pergul , rustico ma piacevole
Colle del Sommeiller

Sommeiller: a 3000 mt con la mtb vintage

Sommeiller: oltre i 3000 mt con la mia mtb vintage

Estate 2022

Quanto contano le gambe in salita? Tanto, come la testa  e il cuore che ti spingono ad andare avanti.  Dopo i primi 8 km di salita nel bosco avevo già capito che non ce l’avrei fatta ad arrivare fino alle fine con 21  km di sterrato e altri 1500 mt di dislivello   ancora da fare per la cima del Sommeiller. Non si fanno se non prendi in mano la bici da mesi.

Ed è così che mi sono “arenato” in tutti i sensi una volta arrivato ai 2135 mt del Rifugio Scarfiotti sulla piana del Grange du Fond  attorniato dal classico laghetto alpino e da una fragorosa cascata che rendevano l’ambiente bucolico. Gran posto ragazzi  per una sosta ma anche per rifocillarsi  e guardare lassù  fino ai 3009 del Sommeilleir una ex stazione sciistica estiva chiusa nel 1984. In certi momenti però bisogna tirare un sospiro di sollievo e godersi la vita. D’altronde ero in posto fantastico mica in miniera a lavorare. Regolare la bilancia delle sensazioni è il modo migliore per dar il giusto peso anche alle cose negative. Però non potevo non ripensare a quel giorno di 6 anni prima. 

Stanco al rifugio e dietro la piana del Grange du Fond

Quel giorno di 7 anni fa

7 Agosto 2016: Mi alzai alle 5 quella mattina quel giorno.  Avevo ricominciato ad andare in bici l’estate precedente in Trentino scoprendo la piacevole sensazione di pedalare sopra i 2000 mt con la mia vecchia Jumpertrek che avevo riesumato dal garage di casa dopo 15 anni.  Sopra i 2000 mt sono più allegro. La sento dentro questa piacevole sensazione. Pordoi, Sella: mettevo la mano sul manubrio in uscita dai tornanti come El Diablo Chiappucci per cui tifavo da teenager ascoltando le telecronache di Adriano De Zan.  E così facendo un po di ricerche scoprii l’esistenza di questo salita che arrivava fino ai 3000.  Praticamente fantasticavo. Ci sono giornate che ti rimangono scolpite nella mente per chi va in bici.   Mi affascinava quel numero, ma mi affascinava ancor di più il fatto di salirci con una mountainbike vecchia di un quarto di secolo.

Avevo letto che quella domenica un gruppo di ragazzi aveva organizzato una manifestazione in bici salendo al Colle del Sommeiller e subito pensai : è il mio giorno. Cosi partii alle 6 per arrivare a Bardonecchia quasi alle 9 . Quando pagai i  5 euro dell’iscrizione e mi chiesero se avessi avuto l’intenzione di salire con “quella”, Il mio si di risposta fu un misto tra orgoglio e un sottile dubbio che mi si infilò nella mente dicendomi che forse stavo per fare una cazzata. Ma avevo lo stesso spirito di quando prenoto e parto per un viaggio senza programmare troppo.

Colle del Sommeiller

 Partendo da Bardonecchia la salita misura circa 29 km per circa 2000 di dislivello. (potete scaricare qui dal mio canale Telegram il file gpx di questo ed altri percorsi)Non avevo ne Strava e nessun Garmin (che non ho nemmeno ora). Avevo studiato un po le pendenze ma non avevo mai fatto uno sterrato così lungo. Gli altri poi  erano gia partiti ; mi misi quindi in sella in modalità “vabbe arriverò”.

 Dal centro  di  Bardonecchia i primi 8 km scorrono relativamente  tranquilli anche se questa parte iniziale è il tratto con le pendenze più arcigne in certi tratti oltre il  10%. Si esce dal paese e dopo la rotonda del torrente si svolta sinistra in direzione Rochemolles  e si comincia a salire sul serio. Proseguii quindi sereno rinfrancato anche dall’ombra dei boschi che è un elemento quasi costante fino alla fine dell’asfalto.  L’entusiasmo era tanto, avevo una voglia di pedalare e questo avrebbe potuto portarmi a forzare troppo non avendo mai misurato le mie forze su una salita del genere. Stai calmo mi dicevo. Guardavo su Google Maps quanto mancava e ad ogni km in meno era una tacca in più nel morale.

Rochemolles
Diga di Rochemolles area di sosta

Secondo round: inizia lo sterrato

Arrivai quindi alla casetta con la sbarra dove inizia lo sterrato (Le auto pagano per proseguire ma se potete scegliere andate di giovedi il giorno di chiusura  ai veicoli a motore,  i vostri polmoni vi saranno grati di aver evitato quell’effetto “Parigi-Dakar” quando sarete sorpassati da qualche fuoristrada). Adesso però si comincia a fare sul serio.  , come un pugile che si infila i guantoni e i miei guantoni erano 13 kg di alluminio contro  21 km di sterrato  che parte deciso su un fondo compatto ma non troppo regolare. Cercai subito di trovare un buon ritmo . 

Si esce subito dal bosco  ma ebbi la buona idea di portarmi una bandana perché da li   poi è praticamente tutta  al sole fino ai 3000.  Il sentiero è molto largo (nel video qui sotto potete vederlo quasi completamente in discesa) e si sale fino alla diga di Rochemolles dove inizia un fantastico tratto di 1 km circa completamente pianeggiante all’ombra. Una goduria. 1 km in meno alla fine e pure pianeggiante. Questa si che è vita.

Nei pressi della diga potete trovare un area di sosta con una fontanella. Verso il tramonto è un posto clamorosamente da foto con i raggi del sole che si specchiano sul lago.

Usciti da questo tratto si attraversa il torrente Rochemolles e si comincia a risalire attraversando il Grange du Fond. Ormai siamo a 2000 e l’aria è fantastica. Guardavo in giro  e  ogni tanto abbassavo lo sguardo sul manubrio per vedere i metri che passavano sotto le ruote parlando  con la mia bici incitandola a portarmi su. Perché era lei che mi portava su. Tra pascoli di pacifiche  mucche che ti accompagnano con i loro campanacci  e un ponticello di pietra si intravvede il bivio per il Rifugio Scarfiotti. Sono passati 17 km e tutto va bene.

Colle del Sommeiller
Verso il rifugio

Il Rifugio Scarfiotti

Il rifugio si trova verso la fine della piana in uno scenario bucolicamente alpino: rifugio, laghetto e fragorosa cascata.  Non si potrebbe desiderare di più . Nella mia classifica ideale in Piemonte solo gli alpeggi dell’Ossola come l’Alpe Devero e l’Alpe Veglia stanno sopra.  Il punto giusto per una sosta e riempire la borraccia. Guardando in alto si vede la strada che sale appoggiata sul dorso delle montagne disegnata come da una punta di un pennello su un quadro . Il colle è dedicato alla memoria dell’ingegner  Germain Sommeiller che progettò  i 12 km  Traforo del Frejus inaugurato il 17 Settembre 1871 dopo 14 anni di lavori ; inaugurazione alla quale non potè assistere in quanto morì 2 mesi prima. Un’opera assolutamente avveniristica per quel periodo.

Terzo round: i 12 km finali

Non mi fermai però al rifugio quel giorno ma proseguì al bivio tenendo la destra (per il rifugio si gira a sinistra ) continuando a salire. Ero desideroso di vedere che mancavano meno di 10 km alla cima ma l’acqua cominciava a scarseggiare.  Si costeggia più o meno in da vicino  il torrente e così ad un certo punto feci come quelli che non ne potevano più. Accostai mollando la bici sul prato e dopo aver riempito la borraccia mi sdraiai sul prato.

Occhi al cielo e mi riposai per un buon quarto d’ora o forse più. D’altronde ultimo ero partito e ultimo sarei arrivato. 

Colle del sommeiller
Lago del Rifugio Scarfiotti

La salita era fantastica con la brezza di certe giornate estive poi perfetta come clima.   Verso metà della salita finale dopo un breve tratto pianeggiante e in leggera discesa si trova  persino qualche metro di asfalto ancora risparmiato dal ghiaccio dopo 30 anni di abbandono. Cominciavo a sentire la stanchezza via via sempre più crescente ma ormai ero in ballo e dovevo ballare confortato però  dallo scendere dallo scendere dei km verso la metà.

Gli ultimi 5 km sono stati durissimi per la fatica e le condizioni del fondo che man mano che sale diventa sempre peggiore essendo il terreno sempre più ghiaioso e scavato dai solchi delle moto da cross sui tornanti .Però che vista ragazzi. Guardate qui

Ero davvero in alto dove non ero mai arrivato in vita mia. Wow. Ad un certo punto però come si suol dire sono “scoppiato” . In gergo ciclistico vuol dire mettere giù il piede e appoggiarti sul manubrio col fiatone  Diventava una sfida con me stesso. Era dura ma se non avessi proseguito l’avrei rimpianto per tutta la vita perché avrei pensato chissà come sarebbe stato arrivare lassù. Non mi sarebbe capitata mai più una giornata del genere e così prosegui gli ultimi 3 km un po pedalando un po camminando anche perché la bici slittava sul fondo instabile di terra e pietre.

Colle del Sommeiller
Il colle più alto d'Italia

Un incontro speciale

Quando mancava poco più di un  1 km alla vetta incrociai le jeep degli organizzatori che scendeva. Li incontrai come si incontrano i beduini nel deserto praticamente.  Avevano già smontato il punto di ristoro in cima e stavano scendendo.  Tra sorrisi e pacche sulle spalle mi diedero una fettazza di crostata ed una Coca Cola. Dire che fu un toccasana è poco.  “Dai che ce l’hai fatta” . Ci salutammo e mi diedero appuntamento al Rifugio Scarfiotti per la polenta.

3009 mt: arrivo al Sommeiller

Feci l’ultimo km ridendo come un cretino: chissà che faccia da ebete avevo se avessi avuto uno specchio. Poi si sa : l’ultimo km la fatica sparisce. In cima c’è più niente. Non è rimasto nulla della stazione sciistica costruita nel 1964. Solo uno spiazzo che presumibilmente era il parcheggio e un cartello. Apoggiai la bici e rimasi in silenzio dopo di che cominciai a camminare per qualche minuto guardandomi in giro.  Ero solo io e la montagna, tutta per me. Ormai erano le 4 del pomeriggio. Non volevo andarmene più via.  Sdraiato sulla neve a godermi il momento. Sono rimasto  li per un ora . Sinceramente avrei voluto rimanere li ancora di più. Sentivo quel posto come se fosse  tutto per me. Ma è la montagna; cominciavo a sentire freddo ed era pomeriggio inoltrato.

Il canto del cigno

Arrivai così al Rifugio Scarfiotti dove mi aspettavano i ragazzi per la polenta che loro avevano già mangiato . Accanto al laghetto ci sono sempre delle sdraie per digerire . Mi accorsi anche che le ruote in alluminio si erono stortate leggermente e toccavano i pattini dei freni .  Caricammo così la bici sulla Jeep e tornammo a Bardonecchia. Chissà se quei ragazzi si ricordano di me? .  

Fu l’ultima salita che feci con la mia Jumpertrek. 7 agosto 2016.  E’ una data che rimarrà dentro.  Avevo portata in cima sul colle più alto d’Italia quella bici che mio padre mi regalò da ragazzo; mio padre che se n’è andato  2 anni dopo nella stesso giorno. 

Escursioni in Valtellina per tutti

Escursioni in Valtellina per tutti

Escursioni in Valtellina

Da buon Milanese la Valtellina ha sempre rappresentato una meta a portata di mano con un’incognita. C’è un’unica strada a doppio senso di marcia; cosa succede quando torni di domenica? 

Il fato però stavolta ha voluto che 2 giorni prima della partenza la mia auto sia finita dal meccanico e che nello stesso tempo le previsioni meteo siano fantastiche. Bel problema che si fa? Alla fine anche stavolta ho seguito la mia vecchia regola: nel dubbio parti.

Il viaggio da Milano

Vivere a Milano e provincia subendo la cronica presenza di PM10 ha però il vantaggio di avere trasporti migliori rispetto alla media della nostra penisola. Fare un’escursione da Milano è molto facile. Quindi zaino in spalla e si va; passante ferroviario per arrivare in città e treno regionale dalla Stazione Centrale fino a Tirano. (ogni ora c’è un treno). Da Tirano poi si può optare per il bus fino a Bormio (con portabici) oppure sfacchinarsela in bici con lo zaino come l’autore di questa pagina. La fatica (35 km/ 900 mt dsl) però viene ben ripagata godendosi la ciclabile dell’Adda (è possibile prenderla fin dalla stazione di Colico se volete farla tutta). Arrivo quindi dopo 2 ore circa di pedalata presso la struttura che ho scelto attirato da un nome vezzeggiante: Chalet del Bosco.  In effetti si trova proprio davanti a un bosco in periferia di Bormio, esattamente nella frazione di Cepina dove nei rubinetti delle case scorre l’acqua di sorgente della Levissima.  Vi assicuro che viene quasi naturale inspirare con il naso per respirare a pieni polmoni. A dimenticavo: da Tirano potete anche prendere il fantastico treno panoramico del Bernina.  Non è economico è Svizzero, però ragazzi che paesaggi.

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I
Le bici le potete sistemare nell'ultimo vagone

Il giorno dopo

Prima di raccontarvi gli itinerari percorsi però devo fare una premessa. Questo giri possono essere fatti da chiunque tramite e-bike grazie al servizio offerto da E-Stelvio . La consegna può essere anche fatta a domicilio nelle 40 strutture alberghiere tra cui lo Chalet del Bosco convenzionate. Le bici hanno un’autonomia di 60 km /1500 mt di dislivello, ovviamente consiglio di verificare dove sono le stazioni di ricarica. Sono nate molte discussioni snob riguardo l’uso di questi mezzi ma non vedo perché una persona che per motivi di poco allenamento, di età o semplicemente fisici, non sia in grado di raggiungere questi luoghi meravigliosi non possa goderseli ora con il progresso tecnologico.

La piccola frazione di Cepina non brilla certo di vita ma ho trovato tutto quello che in pochi metri potresti chiedere ad un paesino di montagna. Un bar sulla strada di cui non ricordo il nome che però non sarà difficile da trovare se ci passerete per una colazione e/o aperitivo ed un piccolo supermercato per farsi fare un bel panozzo (si proprio panozzo..guardate il video) la mattina prima di mettersi in moto.

Destinazione Laghi di Cancano

Si parte via! Cepina è attraversata dall’Adda e quindi si imbocca subito la ciclabile sulla riva sinistra del fiume in direzione Bormio per poi passare sulla destra fino alla Chiesa di San Gallo evitando cosi di entrare a Bormio (Se scegliete di soggiornare a Bormio basta seguire le indicazioni stradali) Si imbocca quindi il ponte di pietra a Premadio dove comincia la salita verso le Torri di Fraele. 9 km di salita regolare a parte lo strappo iniziale con un finale altamente spettacolare sotto gallerie naturali. (a metà troverete anche delle aree pic nic). A questo punto si apre il comprensorio dei Laghi di Cancano. Cosa posso dire? Per un’amante della bici come me è come andare a Gardaland; chiedete a chiunque pratichi questa disciplina e vedrete che gli spunterà un sorriso pensando ai Laghi di Cancano.

Meraviglioso giro ad anello dei laghi

Un circuito di quasi 20 km pianeggiante e completamente battuto (ci si può anche arrivare anche in auto con famiglia al seguito pagando un pedaggio) attorno a questi 2 laghi.  Un cocktail di colori davvero magnifico creato dalla collaborazione tra l’opera dell’uomo e madre natura, insomma questa volta non abbiamo fatto danni. Le previsioni meteo da smartphone che mi hanno spinto a venire lasciando l’auto dal meccanico si sono avverate. Fermatevi in un’area pic-nic, in un rifugio,rilassatevi , insomma tranne buttarvi in acqua per ovvi motivi (siamo a oltre 1900) fate quello che volete . Passerete tra ponticelli, cascate, baite, prati. E’ bello sentire il rumore dello sterrato sotto le ruote della mountainbike. Alla fine per scendere potrete optare di farvi la discesa delle Torri di Fraele come ho fatto io oppure scendere per lo sterrato che porta ai Bagni Vecchi di Bormio. (troverete anche la Pozza di Leonardo verso la fine dello sterrato, una pozza termale lungo il torrente)

Escursioni in Valtellina
Laghi di Cancano dove uomo e natura si incontrano

Destinazione Val Viola

Secondo giorno, seconda premessa: l’ingresso della Val Viola può essere raggiunto direttamente dai Laghi di Cancano seguendo gli 11 km pianeggianti del sentiero Decauville. Un piccolo consiglio che posso darvi è di scaricare l’app Valtellina Outdoor dove oltre ai percorsi da me raccontati troverete molti altri percorsi con descrizioni dettagliate e file gpx. A questo punto apriamo la porta! Di ingresso vi ho parlato prima e di ingresso si tratta. Troverete un cartello con scritto Val Viola presso una curva dopo il paesino di Arnoga che si trova a 1800 mt di altitudine sulla strada che da Bormio porta al passo del Foscagno.

8 km di piacere

8 km di percorso inizialmente asfaltato con 500 mt di dislivello per arrivare ai 2350 mt del Rifugio Viola. Vi ricordate l’armadio del film Cronache di Narnia? Ecco ho avuto questa sensazione. Da una stradina così non immagineresti mai di entrare in mondo simile, perché alla fine più che in una valle mi è sembrato di entrare in un mondo. Dopo il bosco iniziale (che ossigeno ragazzi) si apre questa vallate dove il sentiero continua a salire leggermente costeggiando la montagna per aprirsi sempre più verso la fine quando vedrete in lontananza due laghetti e una casettina. No non vi potrete fermare. Arriverete fino al Rifugio Viola per godervi un bel pranzetto o come ho fatto io un po di sole steso sul prato davanti al piccolo lago con qualche marmotta in giro (13 gradi a metà settembre ..grasso che cola) e la merenda del ciclista: una bella fetta di torta e una coca cola. D’altronde si sa che noi amanti delle due ruote a pedali seguiamo i consigli di Vasco: “bevi la coca che ti fa bene….”. Per concludere vi dico che qui in auto non ci si arriva; o pedalate o camminate.

Escursioni in Valtellina
Rifugio Viola 2350 mt , libero come l'aria

Piccole idee

A Bormio ovviamente troverete le stazioni termali come QC Terme o quelle comunali che sono sempre di buon livello per rilassarvi dopo le fatiche.  Per la cena un buon posto a mio avviso (visto che ci ho mangiato ,ma comunque i gusti sono personali) sia per il servizio sia per la location  sta  nella parte vecchia del paese il ristorante La Rasiga . Molti alberghi e B&B sono convenzionati con uno sconto del 10% con ristoratori ed esercizi commerciali della zona.  Potrete usufruirne