FATBIKE SULLA NEVE IN ALTA VAL FORMAZZA

E’ stato il giorno in cui mi sono divertito di più su una due ruote a pedali e allo stesso tempo la mia prima esperienza con un’e-bike. Forse è stata una coincidenza astrale ma di fatto quel 15 gennaio del 2020 fu così. Andare in fatbike sulla neve mi ha fatto tornare al bambino che ha vissuto la grande nevicata del 1985
Non mi ero mai divertito così tanto in vita mia. Con questa frase voglio subito sgombrare il campo dai puristi che si trovano nei gruppi Facebook. Fatbike sulla neve vuol dire divertimento perché ti metti sotto i copertoni tutte le disavventure di sassi, radici, neve, fango ; elettrico vuol dire ancora di più. Che poi non vuol dire non fare fatica. La fatica se vuoi farla la fai lo stesso pure in elettrico. La regola è sempre quella: basta spingere sui pedali, solo che vai di più. Il vantaggio effettivo dell’elettrico in questo tipo di uscite è che ti permette di non andare in acido con la muscolatura nei tratti più impegnativi. (E quindi arrivi su in baita ancora più contento ci aggiungo io.) Il percorso di oggi comunque non è assolutamente un percorso impegnativo se si eccettua la salitella che porta al Lago Kastel.

Arrivare a Riale ed è subito magia: la Cascata del Toce
Ero bambino quando arrivai quassù la prima volta e ci tornarci dopo tantissimi anni è stato un tuffo al cuore. Viaggiai di notte per arrivare all’alba per godermi tutto il sole che una corta giornata di gennaio può offrire. Viaggiando non pensavo però a cosa avrei fatto durante il giorno ma a tutt’altro. Cè una vecchio albergo del XIX secolo in cima alla salita che porta alla piana e la mia mente andò a quella gita di 40 anni fa. Io con mia madre che giochiamo a flipper. Entrai nel bar andando verso il bancone per un caffè, ma i miei occhi cercavano quel flipper. Mia madre ha quasi 80 anni ora e i ruoli si sono invertiti. Il tempo non si può fermare
Il biglietto da visita della Val Formazza è indubbiamente questa stupenda cascata che incontrate quando arrivate sull’altopiano di Riale a 1675 m. Alta 143 mt potrebbe essere è la più spettacolare delle Alpi. E forse è giusto così. Nasce infatti dal fiume Toce che si snoda dalla diga del Lago di Morasco un paesaggio tanto bello ma con un tocco di malinconia. Per costruire questa diga infatti negli anni 30 gli abitanti del paesino furono costretti ad abbandonare le loro case e il villaggio (abitato per lo più nel periodo estivo ) fu sommerso.

Il borgo di Riale
2 km dopo le Cascate del Toce si arriva a Riale e li in quella mattina gelida mi aspettava la mia Fatbike al Centro Fondo dove si noleggiano ora, ma 2 anni fui forse il primo. 10 gradi sotto zero e via in sella. Sorrisi subito tra i denti pensando: c…non è poi così male. Riale, grazioso con le sue casette di legno, il ruscello che scorre adiacente ed allegro e la pista di fondo sembrava proprio perfetta quella mattina(ho scoperto poi che le fatbike non potevano girare sulla pista). Riale vuol dire tradizioni Walser. È l’ultimo paese prima di entrare nella Svizzera Vallese e da qui queste popolozioni migrarono secoli fa attraverso la mulattiera del Passo del Gries (l’antica via del sale o Sbrinz Route che collegava alla Lombardia) portando i loro costumi. Piccole casette con i tetto i beola, cucina locale (come la rinomatissim alocanda Walser Schtuba) e qualcuno che parla ancora il “Tistch” un dialetto tedesco.
La mia prima tappa dopo aver gironzolato un po sulla pista e tra le casette di legno fu la Diga del Morasco. Tutta ghiacciata, un biliardo bianco sotto il quale dormiva quel paesino. Ogni volta che mi è capitato di guardare le sue acque ho cercato di guardare oltre e vedere persone dirigersi verso valle voltandosi per guardare l’ultima volta il luogo dove avevano trascorso la loro vita. Non è facile sentirsi dire che te ne devi andare a da casa tua perché il posto dove sei nato e cresciuto verrà cancellato. Qui non c’è nessun campanile che spunta dalle acque come nel Lago di Resia in Trentino Alto Adige dove pare rieccheggi il suono delle campane nelle notti invernali . Ma una chiesetta la potete trovare lo stesso adagiata in cima ad un promontorio, tutta sola.


Al Rifugio Maria Luisa e poi in discesa
La salita verso il Rifugio Maria Luisa è uno spasso per me (guardate il video) . Se Mi avessero portato a Disneyland avrei riso meno. L’affrontai con prudenza non sapendomi cosa aspettarmi dalla durata della batteria ( la potete affrontare tranquillamente con il livello 1). Ma era più il tempo che perdevo per ammirare il paesaggio sui tornanti che altro. La salita è battuta dal gatto ma data la massiccia presenza di neve in alcuni tratti si restringe abbastanza fino ad 1 mt circa. Con quelle temperature poi i 6 km che portavano al rifugio erano un biliardo.
Il Rifugio Maria Luisa si trova a 2060 mt ai piedi della Diga del Toggia da dove partono degli itinerari magnifici in mtb durante l’estate come il Giro del Gries (ci vuole manico però) o trekking verso il lago dei Sabbioni. E poi giù ragazzi in discesa: non una nuvola in cielo , il sole alto, l’aria gelida tagliente sul viso e gli schizzi finissimi di neve trasportati dal vento. Laggiù 500 mt sotto di noi la valle . Semplice la discesa però ragazzi mi sono divertito come un matto in questi 6 km fino al fondovalle. Tornare bambini è quello che vorremmo noi adulti. Alle 3 del pomeriggio però in fondovalle è già tutto nell’ombra ecco perchè.

Quando andare?
Indubbiamente fine Febbraio o i primi di Marzo Io ci sono andato a gennaio di 2 anni fa mentre l’anno scorso non ci sono potuto tornare a causa della pandemia ma quest’anno cascasse il mondo ci sarò. E ci andrò verso fine mese per il semplice motivo che avrò a disposizione 2/3 ore in più di luce. A Gennaio la piana di Riale rimane all’ombra fino alle 10 del mattino e vi assicuro che si sbarbella in un fondovalle all’ombra di mattina. Tra l’altro le batterie con il freddo durano meno.
Le Valli dell’Ossola
Indubbiamente ho un debole per le valli d’Ossola per i suoi paesaggi incantevoli non solo per la loro aspetto e la presenza di alpeggi tra i più belli dell’intero arco alpino come per esempio l’Alpe Devero e l’Alpe Veglia ma anche per il fatto che molte salite finiscono in cima e quindi non c’è nessun passaggio di transito veicolare . Per gli amanti della bdc poi queste vallate posso essere raggiunte in estate partendo dal Lago di Mergozzo e percorrendo la ciclovia del Toce(trovate il file gpx sul mio canale Telegram) toccando borghi incantevoli come Vogogna e salendo poi tra tornanti, torrenti, gallerie di roccia naturali e fragorose cascate come quella dell’inferno che porta al Devero. E per uno che viene da Milano come me ci aggiungo che mi permettono di evitare la maledetta e costosissima autostrada della Valle d’Aosta. Se andare a Courmayeur da Milano ti costa come andare a Mosca forse c’è qualcosa da rivedere in Italia. Un buon punto di partenza per esplorare queste valli è il Rifugio Monte Zeus a Premia (dove trovate anche le terme).Situato a 800 mt di altitudine è a pochi km da tutti questi posti che vi ho elencato e che trovate sul mio canale Youtube nella sezione Gite in Piemonte. Forza andate a vederle e poi ditemi se racconto bugie o no…