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Cambogia: i villaggi galleggianti verso l’Angkor Wat

Navigando verso l'Angkor Wat sul Tonlè Sap, il fiume che torna indietro

Cambogia …estate 2014. Quello che vi voglio raccontare in questo articolo  non è la pedestre cronaca di viaggio ma l’emozione di un singolo giorno. Quasi come una parabola personale.  E per questo devo tornare indietro nel tempo di 8 anni scavando un po nei ricordi. Ma se qualcosa ti ha emozionato non appena ci ripensi la nebbia del tempo si dirada ed i i ricordi riaffiorano come un puzzle che si ricompone.  Durante quel mese di agosto ero  in viaggio da 3 settimane  e di km ne avevo fatti circa un migliaio  partendo da Ho Chi Minh la capitale del Vietnam  per arrivare a Battambang. Vi possono sembrare pochi ma in  queste zone dovete moltiplicare per 3 il tempo necessario per coprire le distanze. E poi l’unità di misura di un viaggio sono le emozioni e non i km.

In Cambogia non esiste  la ferrovia e il modo più comune di viaggiare sono i piccoli bus che  brulicano tra le città  a ritmo lento perché è difficile superare i 50/60 kmh su strade intasata da vecchie motociclette , carri e  bici. La Cambogia con la sua  storia millenaria attorno l’Angkor Wat il più vasto complesso religioso al mondo è affascinante ma allo stesso tempo  tragica essendo uscita da dall’inferno dei Kmher rossi degli anni 70 che sterminò circa il 25% della popola in 4 anni. Scrutando negli occhi le persone di una certa età sedute sul lungofiume del Mekong a Phnon Penh non potevo non pensare quello che avevano vissuto  ed il peso che si portano dentro. Ognuno di loro aveva parenti o amici uccisi dalla follia di Pol Pot.

Una biosfera unica al mondo

La provincia di Battambang si trova nella zona nord-occidentale della Cambogia ed è lambita dalle acque del Tonlè Sap, un fiume che diventa lago e viceversa. Perché qui avviene qualcosa che se non è del miracoloso è davvero incredibile. Durante la stagione estiva a causa dei monsoni le sue acque tornano indietro .  Non confluiscono più nel Mekong ma fanno il percorso contrario ed in questo modo la sua superfice da 2000 km2 arriva a 15/20 mila km (quasi come la Lombardia) diventando il più grande bacino del sud-est Asiatico. Provate ad immaginare il Po o il Tevere che fanno retromarcia.

Cambogia mappa

Un compagno di viaggio

Da una settimana viaggiavo con Aaron un ragazzo dell’Illinois che conobbi su un bus in direzione del delta del Mekong in Vietnam. Avevamo semplicemente scoperto di avere la stessa destinazione  e soprattutto lo stesso modo di viaggiare e così abbiamo deciso di proseguire insieme. A dir la verità nella prima parte del viaggio si aggregarono anche 3 ragazzi di Barcellona che ci trascinarono sull’isola di Phu Quoc. Dei pazzi furiosi che poi se ne andarono nel nord del paese.

 Il nostro era un viaggio a scadenza. Dopo l’Angkor Wat Aaron  se ne sarebbe andato in Thailandia per poi incontrare la sua fidanzata sulla via del ritorno alle Haway mentre  io avrei proseguito verso est in direzione del Laos. Mi piaceva la sua tranquillità , il decidere il giorno prima dove saremmo andati. Sapevo che probabilmente non l’avrei più rivisto in futuro  come così è stato , ma ero felice perché allo stesso tempo sapevo di vivere un’esperienza unica dal punto di vista umano. Due persone che vivono in continenti diversi che si incontrano e decidono di proseguire  insieme. Una quotidianità fatta dal pensare giorno per giorno senza preoccuparci del domani; parlare delle nostre vite, problemi, sogni. Tanto in un modo o nell’altro ci saremmo arrivati in quel posto. E se non ci arriveremo domani sarà il giorno dopo

E così scoprimmo a Battambang che c’era un modo particolare per raggiungere Siem Reap .L’idea di base era fondamentalmente “beh qualcuno ci porterà” perchè quando viaggi in paesi così popolosi come nel Sud-est asiatico hai sempre la sensazione che una soluzione si trova; ma con piacevole sorpresa vidi che era possibile farlo in  barca  (8 h  per circa per un viaggio di meno di 100 km) .

Partenza da Battambang

Acquistai così il biglietto al costo 20 usd (carissimo se pensate che lo stipendio medio è di 80 USD). In Cambogia il dollaro è la moneta più usata  e non vi azzardate a prelevare in un bancomat  la moneta locale (Riel Cambogiano )  . Vi ritrovereste con una montagna di carta  solamente per aver prelevato il controvalore di 50 euro.  L’unica volta che lo feci riempii marsupio praticamente. 

Il giorno prima aveva piovuto tantissimo (vedi foto) ma fortunatmente quella mattina fummo baciati dal sole e fu un sospiro di sollievo. Ci imbarcammo quindi alle 8 del mattino su un’imbarcazione descritta come “fast boat” . Non che ci avessi creduto al momento dell’acquisto ma ci trovammo di fronte alla classica bagnarola con panchine di legno.  Però si poteva starsene in piedi sul tetto per ammirare il paesaggio 

Domande e risposte

La prima domanda che mi posi è come si potesse vivere senza avere la terra sotto i piedi. Qualsiasi cosa tu debba fare al di fuori delle tue “mura dometische” devi scendere in acqua. Ero curioso di scoprirlo. La cosa che mi ha stupito di più fu comunque il benzinaio ovviamente galleggiante. L’imbarcazione partì lentamente con una tale flemma da farmi sorgere i primi dubbi sull’orario di arrivo e su come sarei arrivato a Siem Reap dopo 8 ore su una panca di legno; stretti canali dove non di rado il piccolo battello andava  sbattere contro le mangrovie.   Il guidatore con un lungo palo di legno faceva poi indietreggiare l’imbarcazione per riprendere la via.

Questi villaggi sono costruiti su  palafitte , zattere o su case barca tant’è che si spostano a seconda delle acque visto che il lago si alza anche di 10 mt durante la stagione dei monsoni. Sfogliate le foto qui sotto o guardate il video per rendervene conto. Benzinai , scuole, negozi…tutto sospeso sull’acqua. Il battello funge da trasporto pubblico per gli abitanti di questi villaggi  tant’è che caricammo o scaricammo diverse persone durante il tragitto.

Non so voi come avreste reagito voi ma sinceramente provai quasi un senso di timidezza quando arrivammo verso metà giornata (quindi dopo 4 ore ) e  ci fermammo a pranzare in uno di questi villaggi entrando in un’abitazione . Ma la nostra “invadenza” è il loro sostentamento(il pranzo mi costò 3 dollari, della carne e del riso) . La gente nella miriade (più di 100) di questi villaggi dai nomi così difficili da ricordare  come Chong Khnea, Kampong Phluk e Kampong Khleang  vive di pesca essenzialmente mentre a Siem Reap il turismo la fa da padrone.

Ci fermammo circa un’ora dove con discrezione cercai di osservare la loro quotidianità, come semplicemente fossero organizzate le loro case, la cucina.  o semplicemente la vita al calar del sole. Alla partenza i bambini (per lo più in pantaloncini o nudi) non mancarono di darci un caloroso saluto ognuno dalla porta della loro casa galleggiante.

Le madri del Tonlè Sap

Guardando  negli occhi una madre nella sua dolce discrezione  una domanda te la poni paragonando i suoi problemi ai tuoi. Viaggiare mi ha insegnato anche a dare il giusto peso  ai miei problemi. I bambini qui giocano e si lavano  tuffandosi in acqua. Qui si vive di pesca, il riso (che sostituisce quello che per noi è il pane praticamente) non manca mai ,  ma in Cambogia si mangia di tutto e quando dico tutto includo   anche le tarantole fritte .  La tradizione di mangiare insetti come grilli, scarafaggi  si perde nei secoli di questa affascinante cultura ma questo tipo di prelibatezze  riferito alle tarantole è probabilmente un retaggio della dittatura dei Khmer rossi quando la popolazione fu ridotta alla fame(sono comunque di allevate in buche nel terreno e  non velenose…spero)

Verso Siem Reap

Il paesaggio cambia leggermente nella seconda parte del tragitto dove le mangrovie lasciano spazio a distese di acqua e piante basse  a perdita d’occhio. Ormai era pomeriggio inoltrato e sinceramente non c’era molto da fare se non aspettare di arrivare lentamente verso la meta finale. Io ed Aron passammo le ultime  2 ore seduti sul tetto della barca scrutando l’orizzonte  senza parlare troppo. Ad un certo punto mi sdraiai e scrutando il cielo abbassai il cappello. Passammo per Chong Kneas il villaggio galleggiante più vicino a Siem Reap (raggiungibile anche in bici) forse quello in conidizioni migliori vivendo grazie al turismo provieniente da Siem Reap stessa dove arrivammo  verso le 18. Saltai giù con l’animo di volesse dire “alleluja” Fuori dal molo dove si attracca poi i tuk tuk ti aspettano per portare le persone  in città. La città beneficia in maniera evidente dell’afflusso di turisti. Le strade sono migliori e anche i tuk tuk sono ammortizzati . In confronto a Phnon Penh dove indossavamo una maschera per ripararci dalla polvere durante i tragitti sui carretti qui è un altro mondo. Ovviamente gira anche la prostituzione.

L’Angkor Wat (per chi non lo sapesse è dove è stato ambientato Tomb Raider dell’eroina Lara Croft) è veramente immenso.  Un sistema di templi di circa 40 km Meriterebbe un capitolo a parte ..se troverò le parole giuste ve ne parlerò. 

Essendo passati 8 anni non sto a darvi dei consigli su dove dormire : a Siem Reap potrete trovare una sistemazione adatta alla vostre tasche. Da quelle economiche a quelle di lusso.  Una buona Lonely Planet vi darà dei buoni consigli su come spostarvi ulteriormente in tutta la Cambogia . Ricordatevi che potete trovarle gratuitamente sul sito delle biblioteche pubbliche della vostra provincia.  Un esempio lo trovate cliccando qui sul sito delle bibliotece pubbliche della provincia di Milano: Fondazione per Leggere